Piano Transizione 5.0 – Tutto quello che devi sapere

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29 Agosto 2024


Il Piano Transizione 5.0 è un’iniziativa del governo italiano, finanziata con i fondi del PNRR, che mira a supportare le imprese nel loro percorso verso una maggiore sostenibilità energetica e digitale. Un’opportunità unica per le piccole imprese di modernizzare i propri processi produttivi, ridurre i costi energetici e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Ma come funziona in pratica?

L’obiettivo e l’ambito di applicazione

L’iter legislativo dell’iniziativa è stato tutto sommato rapido, considerati i tempi italiani: definito a marzo il quadro normativo con decreto-legge del governo, il Piano è stato poi definito con un Decreto interministeriale il 24 luglio, seguito a stretto giro da una circolare operativa il 16 agosto. 

Il piano prevede l’erogazione di crediti d’imposta alle imprese (fino a 50 min € l’anno per singola impresa beneficiaria) per favorire l’investimento in “progetti di innovazione da cui consegua una riduzione dei consumi energetici” (art. 2 del Decreto 24 luglio 2024). Lo stesso decreto precisa inoltre cosa debba intendersi, ai fini del Piano, per “energia da fonti rinnovabili”: e cioè “l’energia  rinnovabile,  ad eccezione  delle  biomasse,  proveniente  da  fonti  di  energia  non fossili,  quale  energia  eolica,  solare  fotovoltaica,  geotermica, energia  idraulica  rinnovabile,   energia   dell’ambiente, energia mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina”.

Questi investimenti possono riguardare tanto l’acquisto di beni materiali funzionali all’efficientamento delle linee di produzione o fornitura, quanto l’acquisto di beni immateriali come software per il monitoraggio e la gestione (anche attraverso Machine Learning e IoT) del consumo di energia (c.d. Energy Dashboarding). Sono contemplati inoltre i costi legati all’installazione di impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, così come le spese “per attività di formazione del  personale, erogate da soggetti esterni all’impresa, con riferimento  a  percorsi di durata non inferiore a 12 ore, anche nella modalità  a  distanza, che prevedano il sostenimento di un esame finale con attestazione del risultato conseguito”.

I vantaggi per le piccole e medie imprese

I benefici del Piano Transizione 5.0 sono molteplici, soprattutto per un ecosistema di piccole e medie imprese come quello che costituisce la spina dorsale dell’industria nazionale. I principali:

  • Riduzione dei costi energetici: gli investimenti sostenuti grazie al credito d’imposta permettono di ridurre significativamente i costi energetici, aumentando così la competitività dell’impresa.
  • Aumento della sostenibilità: il Piano Transizione 5.0 incoraggia l’adozione di tecnologie pulite e sostenibili, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive.
  • Semplificazione burocratica: la procedura per accedere al credito d’imposta è stata semplificata, grazie all’utilizzo di una piattaforma online.
  • Formazione del personale: il piano prevede anche incentivi per la formazione del personale, fondamentale per gestire al meglio le nuove tecnologie e ottimizzare i processi produttivi.

Il procedimento amministrativo

Per accedere al credito d’imposta, è necessario in primo luogo presentare una comunicazione alla pubblica amministrazione attraverso una piattaforma dedicata, accessibile dall’area clienti sul sito del GSE (www.gse.it). Questa comunicazione deve allegare una prima certificazione (c.d. ex ante) di attendibilità del progetto, rilasciata da uno dei soggetti autorizzati

Una volta approvata la richiesta, l’azienda che ha fatto domanda ha 30 giorni di tempo per trasmettere, a ulteriore prova della serietà del piano d’investimenti, gli ordini effettuati per dare attuazione al proprio progetto; infine, a lavoro concluso, dovrà essere comunicata alla pubblica amministrazione una seconda certificazione (c.d. ex post) che attesti l’effettiva realizzazione degli investimenti promessi.

Vincoli e decadenza dell’agevolazione


Vi sono tuttavia alcune disposizioni che prevedono casi di decadenza dell’agevolazione nel caso di risultati non soddisfacenti o condotte scorrette. Infatti, per non perdere il beneficio del credito d’imposta, è necessario che il risparmio energetico conseguito grazie al progetto d’innovazione venga mantenuto “fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di completamento del progetto” (art. 21 del Decreto 24 luglio 2024). È inoltre prevista la medesima penalità qualora sia dimostrato il “mancato rispetto  delle  disposizioni   sul   cumulo   delle agevolazioni e sul divieto di doppio finanziamento”, o il mancato rispetto delle previsioni relative al contenimento del danno ambientale connesso al progetto; analogamente vengono sanzionate la “mancata conservazione della documentazione idonea a dimostrare l’effettivo sostenimento  e  la  corretta  determinazione  dei  costi agevolabili e del relativo credito d’imposta” e “l’impossibilita’ di effettuare i controlli per cause  imputabili ai soggetti beneficiari”.

Dalla Transizione 4.0 alla Transizione 5.0 la rotta è tracciata

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta in sintesi un’opportunità importante per le piccole e medie imprese italiane per diventare più competitive, sostenibili e innovative. Grazie allo strumento collaudato dei crediti d’imposta, esso rende possibile realizzare investimenti che altrimenti sarebbero difficilmente sostenibili, contribuendo così alla crescita economica del Paese e alla salvaguardia dell’ambiente.

Questo Piano è stato presentato come l’ideale prosecuzione dell’ormai ben noto Piano nazionale per la Transizione 4.0 dedicato all’innovazione digitale dell’industria, nella prospettiva ormai acquisita della connessione fra le “Transizioni gemelle” della tecnologia e dell’ecologia. È auspicabile che ancora una volta l’indicazione strategica del legislatore venga seguita dal mondo produttivo, attivando tutti gli investimenti necessari ad avvicinare gli obiettivi europei.